“Tunic”: quando l’indie strizza l’occhio al passato

Ormai si può tranquillamente dire che è ufficiale. Il retrograming è tornato di moda, anche se forse è meglio dire che non è mai passato, per la gioia dei videogiocatori più maturi ed anche per quelli più giovani e curiosi.

Si è dunque assistito ad un ritorno degli 8 e 16 bit sotto forma di mini consolle sequel di vecchie glorie videoludiche (da Mario a Sonic), remake come “Link’s Awakening” presentato all’ultimo E3, film che li celebravano (come ad esempio “Ready Player One”) e naturalmente intere schiere di nuovi titoli che riprendevano a piene mani i capolavori del passato.

Un mare in cui molte software house quotate si sono tuffate di testa seguendo l’esempio di quelle indie più piccole. Alcuni esempi di questo trend sono stati senza dubbio giochi del calibro di “Minecraft”, “Super Meat Boy”, “Undertale”, “Shovel Knight” e così via.

“Tunic”: l’ispirazione proveniente da “Zelda” e “Dark Souls”

Se il mitico “The Legend of Zelda” creato da quel geniaccio di Shigeru Miyamoto negli anni Ottanta ha ispirato intere schiere di giochi, come il nostrano “Baldo”, è anche vero che l’eco delle avventure di Link nel Regno di Hyrule non è mai davvero cessato.

A dimostrarlo ci ha infatti pensato anche lo sviluppatore canadese indie Andrew Shouldice che ha affidato a Finji (“Feist”, “Overland”, “Panoramical”, “Night in the Woods” eccetera) la distribuzione della sua ultima fatica.

Tunic”, questo il nome del prodotto, si presenta già come un prodotto in grado di mescolare alla perfezione nostalgia e novità condito con una generosa spruzzata di hype visto che se ne parlava già all’E3 del 2017.

La grafica è abbastanza spigolosa e cartoonesca e riporta subito il giocatore alle care vecchie atmosfere “zeldiane” anche perché il protagonista, una volpe antropomorfa armata di spada e scudo, dovrà farsi largo tra isole e dungeon irte di nemici ed enigmi ambientali vari.

La visuale dall’alto in grafica isometrica aumenta ancora di più il fattore nostalgia, così come l’uso di misteriose rune, ma assieme a questo vengono inserite delle meccaniche che riportano ai ben più moderni e difficili “Dark Souls” oppure “Sekiro”.

Accanto alla barra dell’energia è infatti presente anche la barra della stamina che condizionerà la parata con lo scudo ed il compimento di determinate azioni come il salto, la schivata o la corsa.

Un buon modo per rendere il gameplay più realistico e competitivo, soprattutto per quanto riguarda il combattimento, senza andare a cozzare con un’ambientazione tipicamente fantasy e solo apparentemente tranquilla. L’equipaggiamento poi andrà ad evolversi facendo sì che armi e pozioni diventino sempre più potenti.

“Tunic”: quando uscirà e quanto costerà

Sul sito di Finji “Tunic” è disponibile per soli 20 dollari, un prezzo decisamente onesto ed accessibile praticamente a tutti, ma ancora non si conosce esattamente la data di uscita.

Le previsioni più positive confidano nel 2019, ma dato che è stato rimandato così tanto non è escluso che vedrà finalmente la luce nel 2020.

Anche il sito ufficiale è piuttosto sibillino con la scritta “do you like secrets?”. Ad ogni modo, in questo mare di misteri, ciò che è sicuro è il suo carattere di esclusiva per Xbox One e PC.

Vanni

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