La scatola nera: dagli aerei fino alle automobili

Quando si sente parlare di un incidente in cielo oppure in mare le notizie circa la causa di tale incidente vengono sempre riportate, oltre che dai media, dalle cosiddette “scatole nere” a bordo dei velivoli o delle imbarcazioni.

Dette anche “black box”, tali apparecchi servono a registrare dati come velocità di crociera, comunicazioni con le torri di comando o i porti, accelerazioni, rotta e così via.

In questo modo sarà più facile capire come si è verificato l’incidente andando a recuperare la scatola nera fra i rottami ed analizzando le registrazioni al suo interno.

Curiosamente tale apparecchio non è di colore nero come indica il nome, lo erano in origine, ma bensì arancione con alcune fasce catarifrangenti in modo da essere subito individuato sul luogo dell’incidente.

Se avete visto dei film come “Alive – Sopravvissuti” oppure “Final Destination” allora avrete avuto sicuramente modo di sentir parlare delle scatole nere. Senza addentrarsi troppo nel genere catastrofico oppure horror, tra pochi anni avremo anche noi una scatola nera sull’automobile che usiamo tutti i giorni.

Vediamo dunque insieme in che cosa consiste e quando dovrebbe essere applicata questa misura europea!

Come funziona la scatola nera

A partire dal 2022, salvo imprevisti, in Europa dovrebbe arrivare l’obbligo di dotare ogni autovettura (dalle utilitarie fino ai camion) di scatola nera anzi, per meglio dire, di telematic box per registrare il comportamento al volante degli europei ed assicurare così una maggiore sicurezza sulle strade trafficate.

Quest’ultimo punto è stato evidenziato in particolar modo dallo European Transport Safety Council (ETSC) che ha indicato l’uso della telematic box come un riduttore degli incidenti stradali.

Questo dispositivo registra dunque la velocità di crociera del mezzo, lo stile di guida del conducente, i consumi del motore ed anche lo stato del traffico. Naturalmente tra i dati registrati vi sono anche tutti quelli relativi al prima ed al dopo un eventuale incidente.

La scatola nera dunque si basa sulla connessione del cellulare, sul GPS e sull’accelerometro e, tecnicamente, viene già offerta come device appena la macchina esce dalla fabbrica oppure dall’assicuratore che stipula la polizza.

Tra i vari dispositivi con cui la telematic box va a combinarsi ci sono sicuramente gli alcolock che, come un alcol test tecnologico, bloccano il motore se il guidatore ha un tasso etilico troppo alto.

La scatola nera: quale sarà il suo futuro?

I tantissimi gigabyte di dati che verranno registrati tra i diversi veicoli sempre più connessi tra loro, dalla situazione meteorologica a quella complessiva delle strade urbane, diventeranno dunque un vero tesoro per chi elabora delle strategie per una guida più responsabile e sicura.

Un modo dunque più tech per prevenire incidenti stradali, salvare vite umane ed intervenire sui percorsi stradali che necessitano di una maggiore manutenzione o controllo.

Come ha dichiarato Nicola Lavenuta (CEO Macnil GTAlarm) “si aprono tantissimi scenari di utilizzo di questi sistemi. Nei nostri centri di ricerca e sviluppo stiamo lavorando a varie occasioni per sfruttarli, arricchendoli di nuove funzioni”.

“Per esempio, sarà possibile, dotando le scatole nere di interfaccia per il pagamento, corrispondere in modo veloce e automatico le somme per i parcheggi, per le autostrade, ma anche il dovuto alla stazione di rifornimento e servizio”.

Vanni

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