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Il pancreas umano: dall’organismo ad un chip

Sin dai tempi della Rivoluzione Industriale inglese nell’Ottocento, ma tutto sommato anche prima, l’essere umano ha da sempre cercato di costruire macchine sempre più avanzate ed affidabili che riuscissero a rendere il suo lavoro, oltre che la sua stessa vita, più comodo ed automatizzato.

Un processo che ha comportato anche un mutamento a livello sociale ed economico, oltre che paesaggistico, con lo sviluppo di fabbriche, miniere e spostamento di massa dalle campagne alle città in cerca di fortuna.

Ovviamente nessuna macchina dell’epoca riuscì comunque a sostituire del tutto un essere umano, suo stesso creatore, almeno fino a pochi giorni fa.

L’Harvard University ed il pancreas su chip

Nonostante la costruzione di robot sempre più umanoidi e adatti anche ai lavori più pesanti, l’uomo è sempre stato soggetto a malattie, stanchezza e naturalmente morte.

Ovviamente anche la scienza medica ha fatto passi da gigante coniugandosi con la robotica, ma è ancora troppo presto per dire di aver risolto tutti i problemi che un organismo può incontrare durante il suo corso di vita.

Questa condizione sembra però destinata ad essere rivoluzionata completamente grazie al lavoro di un gruppo di ricerca della prestigiosa Università di Harvard.

Il team di ricerca, guidato dal professore di bioingegneria e fisica applicata Kevin Kit Parker, è infatti riuscito letteralmente ad “inserire” un pancreas umano su chip come ha spiegato egregiamente sulla rivista trimestrale di divulgazione scientifica “Lab on a Chip”.

Un esperimento davvero ben riuscito che ha visto l’uso combinato di cellule staminali ed informatica. Una cosa molto simile si era già vista in questo periodo con le ultime missioni spaziali firmate da SpaceX (autentico fiore all’occhiello di Elon Musk) ed i mini organi sviluppati in Italia.

I viaggi all’interno dei misteri siderali sono infatti il prossimo passo dell’umanità come hanno già testimoniato le ultime “imprese” di Jeff Bezos (il papà di Amazon) ed il già citato Elon Musk, ma non possiamo certo dimenticare che per il momento la maggior parte di noi vive ancora sulla Terra.

Il pancreas su chip: come può esserci utile?

Innanzitutto, grazie ad una scoperta del genere, sarà possibile saperne molto di più sul diabete e sulla ricerca di nuove cure per questa malattia. Tra le innovazioni, una maggiore conoscenza sulla produzione di insulina ed un altrettanto maggiore sicurezza quando si devono effettuare dei trapianti di cellule del pancreas.

A tal proposito è stato proprio il professor Kevin Kit Parker, tenente colonnello nella Riserva dell’Esercito degli Stati Uniti oltre che eminente studioso, a chiarire i possibili usi e le infinite possibilità che questa scoperta comporta. L’uomo ha infatti dichiarato che “il pancreas su chip ci permetterà di studiare la biologia fondamentale del diabete e delle cellule che producono insulina, le cellule beta delle Isole di Langerhans”.

“In questo modo potremo, ad esempio, sperimentare nuovi composti che aumentano la sintesi di insulina, prima di trapiantare le cellule sui pazienti diabetici” ha concluso l’uomo.

Un passo, anzi un salto, decisamente in avanti verso il futuro dove potremo finalmente capire meglio e prevenire malattie che, ogni anno, affliggono sempre più persone.

Vanni

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