Boston Dynamics: al lavoro con un collega robot

Se si ripensa alla fantascienza più classica (prendiamo come esempi i racconti di “Urania”, “Io Robot”, qualche passaggio di “Terminator” e “Blade Runner”) il nuovo mondo vede gli umani vivere con androidi sempre più sofisticati ed intelligenti in grado di compiere le loro stesse azioni, se non meglio, ed anche provare delle emozioni in alcuni casi particolari.

Grandi società o corporazioni di ingegneri e programmatori creano dunque robot che vengono impiegati per gli usi più disparati.

Dalla guerra, alla compagnia fino ai lavori più disparati, queste macchine sono sempre più vicine agli esseri umani durante il corso delle loro attività quotidiane cercando di rispettare le famose “tre leggi della robotica” di Isaac Asimov.

Un robot non può fare del male ad un essere umano né permettere che qualcun altro lo faccia quando egli è presente. Un robot deve obbedire agli ordini degli esseri umani, ma questi non devono entrare in contrasto con la prima legge. Infine un robot deve tutelare la sua vita senza però entrare in conflitto con le altre due leggi. Non vi suonano stranamente familiari?

robot - interno

L’innovazione della Boston Dynamics

Fantascienza a parte torniamo con i piedi per terra, più precisamente dalle parti di Boston negli Stati Uniti. La patria degli Aerosmith infatti, oltre ad aver dato i natali alla famosa rock band, è anche sede della prestigiosa società Boston Dynamics.

Sin dalla sua fondazione, nel “lontano” 1992, la Boston Dynamics si è occupata di progetti di ingegneria e robotica avanzati progettando e costruendo macchine sempre più sofisticate in grado di aiutare l’uomo durante il lavoro ed in caso di necessità.

Tra i suoi progetti più conosciuti ricordiamo BigDog, un robot con quattro zampe in grado di trasportare pesanti carichi e realizzato per l’esercito americano, e DI-Guy, un software capace di simulare l’attività umana. Oltre a questi due progetti, Elon Musk approves, la Boston Dynamics ha poi costruito Atlas ed il più recente Handle.

Atlas

Per i nostalgici no, non si tratta di uno dei nemici del primo “Red Dead Revolver”, ma bensì di un robot umanoide su due gambe in grado di correre, saltare, evitare ostacoli e muoversi agilmente su terreni accidentati progettato per prestare le prime operazioni di soccorso durante catastrofi naturali o disastri vari.

Agile e svelto, non per niente si parla di lui come “il robot che fa parkour”, Atlas è dotato anche di un avanzato software per l’orientamento.

Handle

Dall’aspetto semi – umano si passa ad un “tronco” montato su due ruote e con un braccio meccanico progettato per i lavori nei magazzini tra scatoloni ed imballaggi. Handle è in fatti di sollevare 15 chili di merce ed impilarla su bancali di circa 2 metri.

Silenzioso e veloce, Handle è anche molto preciso nel suo lavoro dato che riesce a riconoscere ed a classificare gli oggetti che maneggia. Naturalmente si tratta ancora di un prototipo, ma da questo nascono comunque delle domande.

Come si evolverà il mondo del lavoro con i robot? Saranno mai in grado di sostituire un essere umano in carne ed ossa? Domande alle quali solo il tempo saprà dare risposta.