L’Italia della fibra ottica: quali saranno gli scenari per il 2019?

La tecnologia ci ha portato indiscutibilmente numerosi vantaggi e comodità, ma per citare il buon zio Ben Parker di “Spider – Man”, “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. Lo sviluppo di Internet e delle sue connessioni, infatti, non è stato rapido ed uniforme in tutto il mondo. Tale squilibrio è riscontrabile in buona parte dei territori dell’Unione Europea e, soprattutto, in Italia. Il nostro Paese non è certo nelle condizioni migliori, volendo si potrebbe aprire anche una breve parentesi sull’economia, ma fortunatamente non tutto è perduto. Direttamente da Bruxelles, infatti, è arrivata una nuova regolazione completa di un documento con oltre 500 pagine che ha come obiettivo il miglioramento della competitività digitale dei vari Paesi. Prima di passare a questo, cerchiamo di capire meglio la situazione italiana con un po’ di numeri alla mano.

L’Italia ed il ritardo digitale

Stando all’indice DESI (Digital Economy and Society Index), il nostro caro Stivale è risultato essere al quartultimo posto nella classifica dei Paesi europei competitivi a livello digitale. Circa il 90% del territorio italiano è coperto da una connessione xDSL a 30 Mbps, tradotto significa che una famiglia su sette ha sottoscritto un abbonamento Internet con uno dei vari gestori. Inoltre, ben il 23% dei nuclei familiari italiani predilige una connessione con mobile broadband tanto pubblicizzate in questi ultimi anni. Volendo fare il “consueto” confronto con le realtà dei Paesi del Nord Europa, questo pone l’Italia al secondo posto dopo la Finlandia con il suo 37%. Da ricordare che quest’ultimo Paese è stato fra i primi a sviluppare maggiormente la tecnologia mobile perché, complice il freddo e le avversità climatiche ad esso collegate, rendevano difficoltosa l’installazione e la manutenzione dei “classici” cavi telefonici. Non per niente Nokia non è solo un semplice brand, da qualche anno proprietà della Microsoft, ma è anche una città che produce dagli stivali di gomma ai cellulari. Ad ogni modo, nonostante il ritardo il governo sembra comunque credere nella strada della digitalizzazione e, oltre alla regolazione europea, un altro piano è all’orizzonte.

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Gli obiettivi della nuova regolazione europea

La nuova strategia per la competitività digitale si basa su due linee guida. Se da una parte si vuole migliorare la diffusione e la portata delle reti 5G, con particolare attenzione verso il mondo mobile ed i vari operatori, dall’altra si vuole portare nelle case dei cittadini europei delle nuove reti fisse ancora più potenti e veloci.

In cosa consiste Open Fiber in pillole

Se qui (leggi l’articoloWiFi4EU https://www.davincitech.it/wifi-gratis/) vi avevamo parlato della “vittoria” italiana, anche Open Fiber non è da meno. Il suo obiettivo principale è infatti quello di portare connessioni 5G a famiglie ed aziende migliorando la vita di tutti i giorni (si va dalle grandi città agli agglomerati urbani più piccoli) al pari di quella lavorativa e, pertanto, economica del Paese. Naturalmente serve un implementazione piuttosto consistente di fibre e centri, anche perché la “deadline” è nel 2020, senza tralasciare le dovute manovre finanziarie e politiche.

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In conclusione

Per terminare il discorso, il 2018 si è confermato essere un anno di importanti misure di transizione, ma la vera partita si giocherà nel 2019. Fischio d’inizio e palla al centro per l’Italia.