Android modifica le regole sulla privacy, ecco tutte le novità.

Troppe applicazione pericolose presenti sul Play Store, Google mette finalmente un freno cambiando le regole della suo store online.

Finalmente Google ha deciso di imporre regole più rigide per il Play Store mettendo fine alle applicazioni che raccolgono dati in background dallo smartphone dell’utente, in particolare alle applicazioni che accedono alla nostra posizione senza avere realmente bisogno. A tal proposito è arrivata una modifica delle policy del Play Store, che doveva entrare in vigore il 2 novembre ma è stata posticipata a causa del covid-19.

Queste nuove regole entreranno in vigore a partire dal 8 gennaio, sia le nuove applicazioni che quelle già presenti da anni sul Play Store dovranno attenersi a queste regole. A partire da quella data per ottenere l’approvazione pubblicare applicazione sul Play Store, lo sviluppatore dovrà fornire informazioni chiare su cosa fa la sua app e perché, così da fornire un migliore controllo è una maggiore trasparenza da parte degli utenti che utilizzano l’applicazione.

A partire dall’8 gennaio, chi sviluppa App che accede in background alla posizione dello smartphone dovrà spiegare il motivo di questo comportamento, non si tratta di una novità di poco conto poiché attualmente milioni di applicazioni accedono alla nostra posizione senza alcun reale motivo se non quello di raccogliere dati su di noi e poi rivenderli.

Per ottenere la conferma per procedere alla pubblicazione sul Play Store, Google ha previsto una ben precisa procedura che consiste nel caricamento di un video in cui lo sviluppatore spiega, come e perché la sua app legge la posizione dello smartphone. 

Questa stretta delle politiche è stata imposta da Google per due motivi principali: Il primo è che ci sono tantissime app che rubano dati sul comportamento degli utenti, Il secondo è che ancora pochi utenti hanno la possibilità di installare Android 11 sul proprio smartphone.

Android 11 infatti introdotto alcune novità sulla gestione delle autorizzazioni, infatti adesso l’utente può scegliere se concedere o meno l’accesso ad una funzione. Questa stretta va a tutelare soprattutto gli utenti che non possono bloccare le autorizzazioni perché non hanno ancora il sistema operativo Android 11.

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